Pronte le linee guida al vaglio della conferenza stato-regioni, per l’approvazione. Il no di De Luca. Turni, ingressi scaglionati e per le mascherine il Cts apre sull’ipotesi di toglierle al banco

Il software per le simulazioni
Tra le misure predisposte dal ministero dell’Istruzione c’è anche un «cruscotto informatico», cioè un software sul quale è possibile fare le simulazioni del layout delle classi e capire quali sono quelle che si possono usare e quelle no. Per il resto il ritorno a scuola sarà un misto di soluzioni tra turni, orari scaglionati, soluzioni creative varie. Il governo ha accolto le rimostranze delle regioni e ha corretto la bozza che aveva preparato all’inizio della settimana. Scompaiono i volontari (che resteranno nelle scuole come aiuto agli insegnanti senza sostituirli). Resta l’opzione della didattica mista – con lezioni a distanza – ma come soluzione estrema per gli studenti delle scuole superiori ma solo nei casi in cui qualsiasi altra ipotesi sia inapplicabile. Ogni scuola dovrà dotarsi di un «medico competente», cioè di una figura individuata con la Asl da chiamare in caso di bisogno. Anche il riferimento al sabato, come giorno di scuola da aggiungere per poter completare l’orario se gli spazi non consentono altre soluzioni, è stato alleggerito: si parla più genericamente di «una diversa modulazione settimanale» del tempo scuola.
Il 14 settembre
A scuola si tornerà il 14 settembre, in tutta Italia. La data ora è ufficiale, dopo giorni di tensioni tra le Regioni e il governo. La proposta fatta qualche settimana fa dai governatori, appoggiata dalla ministra Lucia Azzolina, che in un primo momento aveva tentato di far cominciare le lezioni all’inizio del mese, stava per essere ratificata dalla Conferenza Stato Regioni, ma all’ultimo minuto De Luca si è opposto. Il ministro Boccia ha comunque rassicurato i governatori: «Su questo non si torna indietro».
In caso di contagio
In caso di contagio a scuola, la persona interessata sarà «isolata e dotata di mascherina» e rimandata a casa. Alla conferma del caso, si applicano le regole generali di isolamento fiduciario per la classe e chi è entrato in contatto con la persona contagiata.
I presidi
A protestare intanto sono rimasti i presidi con il presidente dell’Associazione nazionale Antonello Giannelli che contesta «l’armiamoci e partite» delle prime bozze delle linee guida: la struttura delle linee guida, puntando sull’autonomia delle scuole rischia, secondo i dirigenti, di trasformarsi in uno scaricabarile: «Chiediamo al Ministero di definire i livelli essenziali delle prestazioni (come, ad esempio, la percentuale minima del tempo scuola in presenza) affinché il sistema resti unitario e riduca le differenze esistenti tra le varie aree geografiche. All’interno di questi vincoli che, ripetiamo, non servono ai dirigenti per scaricarsi dal peso della responsabilità, ma servono al Paese per garantire il servizio essenziale dell’istruzione, i dirigenti scolastici sapranno organizzare, coordinare, valorizzare il personale attraverso un’alleanza indispensabile con docenti, Ata e famiglie».
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